Come tutti ormai sanno, è obbligatorio che gli immobili posti in vendita o in locazione siano dotati di certificazione energetica e che la classe energetica venga comunicata al potenziale acquirente. Quello che forse non tutti sanno è che differenza concreta ci sia tra una casa in classe A ed una in classe G e cosa significhino i numeri che seguono la lettera che indica la classe energetica.
I numeri che accompagnano la classe energetica, I.P.E. (indice di prestazione energetica) indicano il consumo annuo dell’immobile espresso in kWh/mq. Quindi già a partire dall’annuncio di vendita, disponendo di un altro dato (i mq dell’immobile) siamo in grado di stimare il consumo che avrà questo immobile.
Semplicemente moltiplicando l’I.P.E. per i mq della superficie riscaldata dell’immobile, otteniamo i kWh che consumeremo durante un anno. Per arrivare poi al costo di gestione dobbiamo moltiplicare il tutto per il costo a kWh della fonte energetica utilizzata.
La tabella qui sotto può darci un’idea del costo di un kWh termico con diverse fonti energetiche:
Giusto per fornire un esempio, se consideriamo un immobile di 100 mq con un costo per l’energia di circa € 0,1 per generare un kWh termico, otteniamo i seguenti consumi stimati:
Classe G: 175 kWh/mq a X 100 mq = 17.500 kWh annui X € 0,1 = € 1.750,00 costo annuo di riscaldamento
Classe A: 29 kWh/mq a X 100 mq = 2.900 kWh annui X € 0,1 = € 290,00 costo annuo di riscaldamento
Classe A+: 14 kWh/mq a X 100 mq = 1.400 kWh annui X € 0,1 = € 140,00 costo annuo di riscaldamento
Come possiamo notare la differenza tra le prime classi e le ultime è decisamente significativa.
Nello scegliere l’immobile da acquistare, quindi, oltre ai soliti parametri quali il prezzo, la superficie, la posizione, il potenziale acquirente ha a disposizione un ulteriore criterio di valutazione per effettuare una scelta giusta per le proprie esigenze.
La maggioranza degli edifici ricadono in categoria G, ma si iniziano a vedere immobili in categorie superiori quali A e B. Queste ultime sono le categorie destinate a diventare lo standard costruttivo a partire dal 2020 come da direttiva europea 2010/31/UE.
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